domenica 29 novembre 2015

Marlene Dietrich



Marie Magdalene "Marlene" Dietrich (Berlino27 dicembre 1901 –Parigi6 maggio 1992) è stata un'attrice e cantante tedesca.

I primi successiModifica

Nacque a Schöneberg, oggi quartiere di Berlino, il 27 dicembre 1901, da Louis Erich Otto Dietrich e da Elisabeth Josephine Felsing . Dal 1907 al 1919 frequentò le scuole di Berlino e di Dessau: a quattro anni iniziò a studiare il francese, l'inglese, il violini e il pianoforte. A causa di uno strappo ai legamenti di un dito della mano fu costretta a interrompere lo studio della musica strumentale e si diplomò come cantante all'Accademia di Berlino.

Nel 1922 iniziò a calcare i palcoscenici dei teatri di Berlino e lavorò con il regista Max Reinhardt, ottenendo piccole parti in alcuni film muti. Il 17 maggio 1923 sposò Rudolf Sieber, un aiuto regista, e un anno dopo nacque la figlia Maria Elisabeth. Nel 1929 arrivò la sua prima interpretazione da protagonista nel film Die Frau nach der man sich sehnt.

L'angelo azzurroModifica

L'Angelo azzurro

Nell'ottobre dello stesso anno firmò il contratto per interpretare il film che le diede la fama, L'angelo azzurro, con la regia di Josef von Sternberg, tratto da un romanzo diHeinrich Mann, fratello del più famoso Thomas.

In questo film, che è anche il primo film sonoro del cinema tedesco, la si vede sfoderare un tocco di  sensualità ed interpretare la famosa canzone Lola Lola. Le pellicola venne girata in versione multipla, in tedesco e in inglese. I costumi furono disegnati da lei stessa. È in questo periodo che il regista Sternberg la convinse a farsi togliere quattro molari e la mise a dieta ferrea per darle un aspetto più "drammatico".

Il giorno dopo la prima de L'angelo azzurro, la stampa berlinese la proclamò una star, capace di mettere in secondo piano anche la prova recitativa del grande attore Emil Jannings, ma l'attrice in quel momento era già sul transatlantico che la portava in America.

La gloria a Hollywood

Mentre il regista stava ancora montando la versione definitiva la Paramount, che distribuiva negli Stati Uniti L'angelo azzurro, il 29 gennaio 1930 telefonò alla nuova stella e le offrì un contratto di sei anni con uno stipendio iniziale di 500 dollari a settimana e aumenti fino a 3.500 al settimo anno. L'attrice accettò, ma riuscì ad inserire nel contratto una clausola accessoria importante, che si rivelerà onerosa per lo studio: quella di poter scegliere il regista dei suoi film, una condizione maturata per paura di perdere la collaborazione di von Sternberg.Sul viaggio in transatlantico incontrò Travis Banton, il costumista con il quale collaborò sempre, con il quale aveva in comune l'ammirazione per Sternberg e una straordinaria resistenza fisica alla fatica. Fu in questo periodo che venne scattata la famosa foto di Marlene vestita da uomo scattata da Sternberg stesso, che venne diffusa dalla Paramount con la frase di lancio dell'immagine divistica di Marlene: "La donna che perfino le donne possono adorare". Il glamour di quella immagine spazzò via tutte le remore della Paramount che invano aveva tentato di proibirle di mostrarsi in pantaloni: a quell'epoca, indossare vestiti di foggia maschile per una donna era un atto quasi sovversivo.

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Marlene Dietrich vestita da uomo

Marlene Dietrich arrivò così a Hollywood il 2 aprile 1930, La Paramount la mise in contrapposizione a Greta Garbo, la star scandinava della MGM. La diva tedesca aveva anche il dono del canto, il che le dava una carta in più nel cinema sonoro.

La Dietrich iniziò quindi a recitare in una serie di film memorabili girati dal suo regista di fiducia, Sternberg, e fotografata solo e soltanto da Rudolph Maté, che le creò quell'immagine di graffiante ma raffinata sensualità che la consegnò alla popolarità mondiale.

Marlene Dietrich in Marocco (1930)

Il primo film americano fu Marocco, nello stesso 1930 nel quale cantava due canzoni e che le valse la nomination all'Oscar come migliore attriceMarocco uscì negli Stati Uniti prima de L'angelo azzurro e nel marzo 1931 arrivava nelle sale già Disonorata: in pochi mesi era già diventata una star cinematografica mondiale.

In Marocco restò famosa la sua performance canora vestita da uomo e il bacio con una donna del pubblico, il primo bacio omosessuale della storia del cinema. Per Shanghai Express (1932) venne accuratamente studiato il suo look: vestiti neri che la snellissero e piume nere di gallo da combattimento. L'anno dopo Sternberg si rifiutò di dirigerla ne Il Cantico dei Cantici, ma le suggerì comunque di chiedere Rouben Mamoulian, cosa che lei fece puntualmente in virtù della sua libertà contrattuale in merito alla scelta dei registi.

I film successivi più celebri sono tutti declinazioni su sfondo fantasiosamente esotico della sua immagine di diva, come era successo in Marocco: la Russia con L'imperatrice Caterina, la Spagna con Capriccio spagnolo (1935), che fu l'ultimo film nel quale collaborò con Sternberg. 


Il grande successo in USA e la cittadinanzaModifica

Dopo sette anni di permanenza negli USA ottenne la cittadinanza. Con gli Stati Uniti collaborò durante la seconda guerra mondiale e dal 1944 tenne spettacoli di intrattenimento per le truppe americane, portando la sua arte negli ospedali da campo in Nord Africa e in Europa; cantava con testo in inglese - e con indosso un'uniforme di sua creazione - la canzone tedesca Lili Marleen, che sarebbe poi diventata il suo inno.Nel 1934 arrivò a guadagnare 350.000 dollari l'anno, una cifra astronomica che la rendeva una delle persone più ricche degli Stati Uniti. Sempre nello stesso anno fece un viaggio in Europa. I suoi familiari la seguirono poi nell'avventura americana, anche se ormai viveva separata dal suo unico marito che conviveva con una sua ex-amica; del resto erano innumerevoli le avventure che si concedeva con amanti di ambo i sessi: la sua era una vita che molti definivano scandalosa. Il rapporto con Sternberg era molto teso: entrambi si sfidavano continuamente e arrivavano ad aggredirsi verbalmente durante le riprese..La rottura definitiva avvenne nel 1935, soprattutto per volontà del regista. L'immagine della diva tedesca restò comunque ancorata a quella creata da Sternberg.

Dal 1954, quando la carriera cinematografica era in declino, si esibì su consiglio del commediografo Noel Coward, che ne fu l'organizzatore, in spettacoli in cui cantava le canzoni dei suoi film ed intratteneva il pubblico con monologhi estemporanei. Lo show fu portato in giro per tutto il mondo con grande successo e con lauti compensi.

Ma alla fine degli anni cinquanta la Dietrich diede ancora due grandi prove d'attrice nei classici Testimone d'accusa di Billy Wilder e L'infernale Quinlan di Orson Welles.

Rifiuto del nazismo e rapporti con la GermaniaModifica

Il rapporto con la sua patria di origine fu il dramma della sua vita. Marlene, profondamente legata alla sua identità tedesca non perdonava alla Germania il regime nazista e, anche se Goebbels eHitler  avrebbero voluto che diventasse una delle grandi rappresentanti del nazismo, lei rifiutò sempre ogni proposta in tal senso. "Odio quell’uomo”, confidava lei agli amici, “al punto che, se qualcuno mi incaricasse di andarlo a trovare per ucciderlo e liberare così il mondo da un dittatore sanguinario, non esiterei un solo istante ad accettare la rischiosissima missione”.

Marlene fece infuriare Hitler diventando cittadina americana e ripudiò sua sorella Elisabeth quando scoprì che gestiva un ritrovo per militari presso il lager di Bergen-Belsen.

Durante la guerra, ormai cittadina americana, accentuò la propria opposizione alla Germania nazista, con una esplicita testimonianza che giunse ad accompagnare le truppe alleate con le proprie esibizioni, sia in Nord Africa che sul suolo europeo. La fama della canzone Lili Marleen e dell'interprete fu di tale dimensione da divenire l'immagine di universalizzazione del conflitto per gli Alleati, proponendo l'idea di una guerra non contro le Potenze dell'Asse, ma per la democrazia e la libertà.

Nel 1947, prima donna della storia, ricevette la Medal of Freedom, massima onorificenza civile concessa negli Stati Uniti d'America,dichiarò che lo considerava il riconoscimento di cui andava più fiera. Nel 1950 fu anche insignita dal governo francese della Legion d'onore, come riconoscimento della sua testimonianza per la democrazia in tempo di guerra.

Ancora molti anni dopo la fine della seconda guerra mondiale la valutazione della Dietrich è controversa in Germania. Alcuni suoi compatrioti la ritennero una "traditrice" della patria. Quando l'attrice nel 1960 tornò in Germania nell'ambito di una grande tournée in giro per il mondo, durante una sua performance al "Berlin's Titania Palast theatre" alcuni protestarono, scandendo la frase "Marlene Go Home!"(Marlene torna a casa). D'altra parte la Dietrich fu calorosamente accolta da altri tedeschi, fra i quali il sindaco di Berlino Willy Brandt, che era stato anche lui un oppositore del nazismo costretto all'esilio. Quella fu l'ultima volta che l'artista si recò in Germania. 

Nel 1996 venne deciso, dopo un acceso dibattito, dalle autorità locali di Berlin-Schöneberg, il suo paese di nascita, di non intitolarle una strada. Ma l'8 novembre 1997 le venne intitolata la centrale "Marlene-Dietrich-Platz" a Berlino. La motivazione recita: «Berliner Weltstar des Films und des Chansons. Einsatz für Freiheit und Demokratie, für Berlin und Deutschland» ("Star berlinese nel mondo, per il cinema ed il canto. Impegnata per la libertà e la democrazia, per Berlino e per la Germania").

Targa commemorativa nella casa dove nacque, a Berlino

La Dietrich venne dichiarata cittadina onoraria di Berlino il 16 maggio 2002Il verso dell'epigrafe si richiama al titolo della canzone antimilitarista Where Have All the Flowers Gone? resa celebre in tutto il mondo da Pete Seeger e Joan Baez e ricorda che la Dietrich fu la prima a interpretarla in tedesco. La negazione della guerra fu sempre presente nelle sue convinzioni e la portò a eseguire la canzone di Bob Dylan Blowin' in the Wind, nel 1963.



Vita privataModifica


Grande scrittrice di lettere e diari, raccolse nella sua casa di Parigi circa 300.000 testimonianze della sua vita. Marlene Dietrich era dichiaratamente bisessuale. La Dietrich ebbe molti amanti famosi, sia nel mondo del cinema che tra scrittori famosi, fra i quali Hemingway. Ebbe anche molti amici tra gli omosessuali: le donne erano affascinate da lei e gli uomini ammaliati dal suo fascino.

Fu legata anche allo scrittore Erich Maria Remarque, il cui amore non era tuttavia ricambiato. Lo scrittore era molto geloso di Jean Gabin, reduce da una lunga relazione con l'attrice; nonostante ciò Remarque e la Dietrich ebbero anche in seguito una lunga corrispondenza (ma le lettere inviate dall'attrice allo scrittore sono state quasi tutte distrutte dall'ultima moglie di Remarque, l'attrice Paulette Goddard).

Parlava l'inglese, il francese e l'italiano. Amava l'Italia, dove soggiornava per brevi vacanze lontana da tutti; in seguito ad una visita in quei luoghi, nel 1937 fece appello per la valorizzazione della diramazione a trazione ippica Mano-Roccabianca della tranvia Parma-San Secondo-Busseto AdAvesa, allora comune autonomo alle porte di Verona, trascorse un periodo da una sua amica artista alla fine degli anni Trenta. A breve distanza una dall'altra, fra il 1979 e il 1984, pubblicò due autobiografie, la seconda delle quali intitolata laconicamente Marlene D.È stata la prima donna a farsi assicurare le gambe, stipulando un contratto con la società londinese Lloyd's.

Si sposò solo una volta: con il produttore statunitense Rudolf Sieber, nel 1923, a cui rimase legata fino alla morte di Sieber, avvenuta nel 1976. Sieber non divorziò mai dalla Dietrich, nonostante tutte le sue infedeltà e storie d'amore con divi (e dive) di Hollywood e scrittori famosi,perché era a conoscenza di tutte le relazioni extraconiugali della moglie,anche se era un matrimonio abbastanza aperto e anche lui si concedeva avventure,i due vivevano come separati in casa.

Nell'estate del 1939, durante una vacanza sulla Costa Azzurra, Marlene s'innamorò da lontano, avvistandola sul suo yacht, dell'ereditiera americana Jo Castairs, che viaggiava per tutto il mondo in barca a vela. Ne nacque una breve relazione: pare che Jo fosse l'unica che potesse permettersi di chiamare Marlene "baby".

Un rapporto importante di Marlene fu quello con la cantante francese Edith Piaf, conosciuta nel 1947. Marlene aveva 14 anni più di lei: la prese sotto le sue ali, dandole regali e consigli.Marlene affermo però più che tra loro c'era soloun'amicizia.La morte di Edith nel 1963 la colpì molto.

L'unico rapporto con una donna sul quale Marlene fece calare un velo oscuro fu quello con Greta Garbo.

Greta aveva una vera e propria fobia per le intromissioni nella sua vita privata, e forse fu il rispetto (o il timore) di questo atteggiamento a trattenere Marlene.

Le due attrici pubblicamente negarono di essersi mai incontrate. Eppure secondo Diana McLellan recitarono insieme nel 1925 nel film muto The joyless street, ed ebbero una breve relazione.

Con Jean Gabin, ebbe una relazione. Di lui, Marlene diceva: “L’ho amato subito, al nostro primo incontro, l’ho sempre amato, lo amerò sempre”. Jean, tre anni meno di lei, aveva moglie e figli. Quando lasciò precipitosamente la Francia per sottrarsi alla invasione dei nazisti, fu Marlene ad ospitarlo nella sua villa di Hollywood, in attesa di trovargli casa. Lo coccolava come un bambino; e, quando lui andò ad abitare da solo, ogni sera era a casa sua per preparargli la cena. Non era soltanto l’amore  ad unirli. In comune, Jean e Marlene avevano l’odio per il nazismo.  Si incontrarono per caso, Marlene e Jean: nelle Ardenne, sul fronte belga. Era l’inverno del 1944. Pochi minuti, il tempo di un abbraccio. Si ritroveranno alla fine della guerra, a Parigi. “Ci offrirono di girare insieme un mediocre film, Turbine d’amore, ed accettammo senza leggere il copione”. Per lei era anche l’occasione per stare accanto all’uomo che adorava. “Piangeva come una ragazzina, per amore”, riferì la sua grande amica Edith Piaf. “Anche Jean l’amava, ma non ebbe mai il coraggio di lasciare la moglie. Marlene soffrì in silenzio, si rassegnò, se ne tornò in America. Probabilmente cercò altri amori, ma dubito che abbia amato altri più di lui”.affermava Edith Piaf.

 


Il tramontoModifica

Vincitori e vinti (Judgment at Nuremberg, 1961)

Secondo alcune fonti la salute dell'artista si complicò per la prima volta nel 1972, durante uno spettacolo al Queen's Theatre di Londra, cadendo dopo un'uscita di scena. Ad aggravare ancora di più la situazione si aggiunse un'ulteriore caduta, avvenuta durante un'esibizione tenutasi ad Ottawa, in Canada, e, successivamente, quella dell'ultima apparizione pubblica a Sydney, in Australia, nel 1975. L'attrice decise così di ritirarsi dalle scene.

Nel 1978, fu convinta a ritornare a ritornare un'ultima volta sugli schermi interpretando la parte della baronessa nel film Gigolò, accanto a David Bowie.

Sei anni dopo, nel 1984 l'attore Maximilian Schell le dedicò un film-documentario, Marlene,che l'attrice accettò di fare solo per denaro.Non camminava già quasi più a causa di una frattura al femore, provocata da una caduta in bagno. Per non far conoscere le sue condizioni si presentò all'intervista su una sedia a rotelle, dichiarando di aver preso una storta ad una caviglia. Inoltre pretese ed ottenne dal regista di non apparire, se non in materiale di repertorio, e di far solamente udire la sua voce. Poco dopo aver collaborato a questo documentario le sue condizioni fisiche peggiorarono ulteriormente e finì così per arrestarsi del tutto definitivamente immobilizzandosi.

Marlene morì dopo circa otto anni di immobilità a letto, il 6 maggio 1992 all'età di novanta anni. iIl decesso fu attribuito ad un infarto che la colpì nel sonno. La camera ardente fu aperta al pubblico sin dal giorno della sua morte, nella Chiesa della Madeleine a Parigi e venne, successivamente, spostata in Germania e sepolta il 16 maggio nel Cimitero di Friedenau a Berlino, accanto alla madre.

« Quando sono vicino alla mamma, non mi può accadere nulla. »
(Marlene Dietrich, Marlene D.1984)

La tomba di Marlene Dietrich alCimitero di Friedenau.

Filmografia