giovedì 14 maggio 2015

Audrey Hepburn


Audrey Hepburn (nata Audrey Kathleen Ruston; Bruxelles, 4 maggio 1929 – Tolochenaz, 20 gennaio 1993) è stata un'attrice britannica. 
La Hepburn, fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta.
Bambina timida e taciturna, l’infanzia di Audrey non fu di certo facile e spensierata, e guardando le foto in cui in seguito venne ritratta sempre sorridente, si fatica a immaginare le paure e i tormenti che la attraversarono quando era molto piccola. Abbandonata dal padre in giovanissima età, dopo il divorzio da sua madre, solo molto più tardi Audrey riuscirà a stabilire un nuovo contatto con lui. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferì con la madre ad Arnhem, città olandese, dove Audrey frequenterà il Conservatorio. Gli anni della guerra furono terribili per Audrey e molto probabilmente le sofferenze subite in tenera età le rimasero addosso come una seconda pelle,di cui non riuscì mai a liberarsi del tutto. Sotto l’occupazione nazista patì la fame, soffrì di una grave forma di anemia e di itterizia, vide il fratellastro rinchiuso in un campo di concentramento e lo zio e il cugino fucilati dagli invasori come nemici del Terzo Reich. A 13 anni decise di lavorare per la Resistenza come corriere. Fu il suo primo ingaggio da “attrice”. Questa esperienza la segnerà profondamente e la farà diventare forte e innamorata della vita.
Dopo la liberazione si recò con la madre a Londra, dove nel 1948 prenderà lezioni di danza classica da Marie Rambert, la quale la convinse ad abbandonare questo mondo a causa del suo fisico troppo sottile e fragile. Abbandonato il sogno di diventare una ballerina di danza classica, Audrey decise di dedicarsi al cinema. Dopo una serie di lavori teatrali apparve per la prima volta sullo schermo cinematografico nel film “The secret People” 1952. Ma il primo successo Audrey lo colse al fianco di Gregory Peck in “Vacanze Romane” (1953). Il ruolo conteso con Elizabeth Taylor, fu affidato a lei per “il fascino, l’innocenza e il talento” che possedeva, come disse il regista. Proprio grazie a Vacanze Romane vinse l’Oscar come migliore attrice. L’anno successivo, nel 1954, sarà al fianco di altri due grandi attori: Humphrey Bogart e William Holden, nel film “Sabrina”. Grazie a questo film nacque il grande sodalizio tra Audrey e Givenchy. Lo stilista fu in grado di esaltare la femminilità delicata di Audrey, rendendola una vera icona di stile.
Nel 1954 iniziò una relazione con Mel Ferrer, che la diresse nel dramma in tre atti “Ondine”, e che sposerà di lì a poco. Per la sua interpretazione in Ondine ricevette un Tony Award come migliore attrice. I ruoli che la Hepburn si trovò ad interpretare non fecero che esaltare la naturale bellezza della diva. I personaggi femminili a cui presterà il volto e la voce resteranno nella storia del cinema e nel cuore di molti, come la principessa Anna di “Vacanze Romane”, la timida e intellettuale bibliotecaria Joe Stockton o la giovane Gabrielle van der Mal, figlia di un noto medico, che lascia il fidanzato e la famiglia per abbracciare la vita religiosa. Ma il ruolo che la consacrerà definitivamente sarà quello di Holly Golightly in “Colazione da Tiffany”. Per una donna riservata e introversa come Audrey, interpretare una donna esuberante e molto estroversa non fu semplice, eppure diventò per lei una sfida molto affascinante.
Negli anni successivi la Hepburn reciterà in altre pellicole, come “Sciarada”, il film che le fece vincere il terzo BAFTA e nel quale fu affiancata per la prima e unica volta da Cary Grant, il quale tuttavia l’anno successivo dichiarerà scherzosamente: “L’unico regalo che voglio per Natale è un altro film con Audrey Hepburn!”
Nel 1968, dopo quasi 14 anni di matrimonio con Mel Ferrer, i due si separarono. Non passò molto tempo che Audrey conobbe quello che sarebbe diventato il suo secondo marito, lo psicanalista italiano Andrea Dotti. I due si innamorarono e dal loro matrimonio nacque un figlio, il secondo per Audrey Hepburn. Ma anche l’idillio di questo rapporto d’amore era destinato a terminare. Difatti non potendo più reggere i pettegolezzi che vedevano il marito coinvolto in relazioni extraconiugali, anche questo rapporto giunse al capolinea. Mentre era ancora sposata con Dotti, Audrey aveva conosciuto l’attore olandese Robert Wolders, vedovo dell’attrice Merle Oberon. Sei mesi dopo la fine della relazione con Andrea Dotti, la Hepburn e Wolders si incontrarono nuovamente e di lì a poco iniziarono a convivere. Audrey era ormai una donna sulla cinquantina che aveva alle spalle una carriera sfavillante, ammirata e amata da tutti, e nonostante negli ultimi anni avesse deciso di allontanarsi dal mondo cinematografico per dedicarsi alla famiglia e ai suoi figli, ella era ancora molto contesa e desiderata ad Hollywood. La sua ultima apparizione sullo schermo cinematografico risale al 1988 nel film di Spielberg “Always- Per sempre” nel quale l’attrice recitò una piccola particina nel ruolo di un angelo di nome Hap.
Ritiratasi definitivamente dalle scene, poco dopo il 1988 fu nominata ambasciatrice speciale e importante dell’UNICEF. Da quel momento in poi si dedicò completamente, anima e corpo, all’aiuto dei bambini dei paesi poveri del mondo. Fu quella un’esperienza che la portò a viaggiare molto e che toccò profondamente l’umanità e la sensibilità dell’attrice, forse, ed è possibile supporlo, anche per le numerose sofferenze che patì lei stessa in giovanissima età. Del suo primo viaggio la Hepburn disse:
"Mi si è spezzato il cuore. Non posso sopportare l’idea che due milioni di persone stiano morendo di fame.  Il termine “Terzo Mondo” non mi piace perché siamo tutti parte di un mondo solo. Voglio che la gente sappia che la maggior parte degli esseri umani sta soffrendo".
Audrey Hepburn morì il 20 gennaio 1993 in Svizzera, dove fu sepolta. Aveva 63 anni. Nel 2011, i figli Sean e Luca contribuirono alla fondazione di un club di donatori UNICEF Amici di Audrey, che sostiene in particolare il progetto per la lotta alla malnutrizione. Sono trascorsi vent’anni dalla morte dell’attrice, eppure il suo ricordo resta vivido e intenso nelle persone che l’hanno conosciuta anche solo attraverso i suoi film. La diva che non amava vivere da diva, oggi è ricordata in ogni angolo del mondo. Tanti gli omaggi alla sua bellezza, le pubblicità che ne esaltano ancora la sua innata eleganza, e i personaggi che ha ispirato. Così Audrey, come le migliori attrici che si rispettino ha lasciato questo mondo senza mai abbandonarlo del tutto, con la naturale spensieratezza che solo un’anima delicata e a tratti malinconica può fare.

Curiosità
Parlava  fluentemente sette lingue: l'inglese, lo spagnolo, il francese, l'olandese, l'italiano, il tedesco e il fiammingo (lingua olandese).
 I suoi unici vizi erano le sigarette e il cioccolato fondente svizzero.
Amava  molto gli animali, e in particolare i cani.
Possedeva uno yorkshire terrier affettuosamente chiamato 'Mr Famous' e un cerbiatto, 'Heep', spesso ritratto con lei;

  • Nel 2001 le poste tedesche avevano in programma, nell'ambito di una serie dedicata al cinema, di emettere un francobollo dedicato all'attrice,  il cui rilascio all'ultimo momento non venne tuttavia autorizzato dal figlio, perché quest'ultima vi compariva con una sigaretta in mano. Nonostante questo, alcuni francobolli entrarono in circolazione, dando origine a uno dei più noti casi filatelici dell'era dell'euro.Nel 2003 anche il Servizio Postale degli Stati Uniti emise un francobollo illustrato da Michael J. Deas, raffigurante il volto dell'attrice.
                                                                                          In Cina , alcune immagini della Hepburn in Vacanze Romane sono state ricolorate ed utilizzate per la pubblicità di un té verde.
    • Il tubino nero indossato da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, creato da Givenchy, fu messo all'asta da Christie's nel 2006 e venduto per la cifra di 467.200 sterline (circa 712.000 euro).      Si trattava, però, di una copia del vestito utilizzato nel film, copia custodita da Givenchy, mentre quello realmente indossato dalla Hepburn si trova nel Museo del costume di Madrid .
    • Marilyn Monroe non fu l'unica a cantare gli auguri di compleanno al Presidente delgi Stati Uniti, John Kennedy . Anche la Hepburn, il 29 maggio 1963 ultimo  compleanno di Kennedy, cantò Happy Birthday, dear Jack al Presidente. 

    Principali riconoscimenti assegnati all'attrice:



       Vacanze Romane(1953)
       La giovane principessa Anna (Hepburn) si trova a trascorrere una vacanza con i genitori e il seguito a Roma. Un bel giorno, stanca delle cerimonie e del protocollo, se la svigna e prova a mescolarsi ai comuni mortali. Si innamora di un giornalista americano, Bradley (Peck), che la trova addormentata su un muretto e la porta a casa sua, ignaro della vera identità della ragazza. Lo scopre il giorno dopo dal giornale e, meditando un grosso scoop, si accorda con un amico fotografo per fare un servizio sulla faccenda. In questa tenera commedia sentimentale venne lanciata la giovanissima Hepburn che conquistò subito un premio Oscar. Il regista dirige con eleganza il cast e dipinge una Roma popolata di curiosi personaggi e punteggiata da gustose pennellate di costume. Impeccabile e vellutata la fotografia. Un secondo Oscar fu assegnato al film per il soggetto.
    Sabrina(1954)
    Sabrina, figlia dell'autista di una famiglia di miliardari, si innamora del rampollo più giovane, David. Questi non s'accorge di lei fino a quando la ragazza torna, dopo due anni di soggiorno a Parigi, completamente trasformata. David se ne innamora e manda all'aria il suo matrimonio. Interviene il fratello Larry per salvare le nozze, ma si invaghisce anch'egli di Sabrina e i due fuggono a Parigi per sposarsi. Favola romantica, ma non priva degli umori critici (anzi sarcastici) tipici di Wilder: "Nessuna donna povera è stata mai chiamata 'democratica' per aver sposato un uomo ricco". Insolito per Bogart recitare in una commedia, mentre la Hepburn è perfetta nei panni della tenera fanciulla.
       La storia di una monaca(1959)
      Una ragazza belga, Gabrielle van Der Mal, figlia di un noto chirurgo, spinta da una forte vocazione mistica, entra in convento per intraprendere l’impegnativo cammino di formazione spirituale per farsi monaca. Una volta presi i voti, Gabrielle diventa Suor Lucia: il suo desiderio più grande, però, è quello di mettere a frutto i suoi studi di medicina per andare a lavorare, come infermeria, in Congo, dove ella intende aiutare i più bisognosi. Ci riuscirà, ma solo per un breve tempo, dato che verrà richiamata in Belgio per riprendere la vita monacale che lei mal sopporta, al punto che deciderà di abbandonarla per sempre pur di tornare, da laica, a potersi dedicare ad opere di carità.
    Fred Zinnemann dà fondo a tutta la sua abilità di autore classico e firma un film che possiede un impianto visivo e narrativo di esemplare semplicità. La pellicola mette in risalto temi alti e impegnativi, a cominciare da quello della dedizione assoluta che richiede la vita religiosa (con tutte le conseguenze che essa comporta: privazioni, rinunce, sacrifici), attraverso il personaggio di Gabrielle, una ragazza ventenne che inizialmente entra in monastero entusiasta della propria scelta, salvo poi, una volta messa alla prova dalle rigide regole della vita claustrale, essere assalita dal dubbio di aver sbagliato tutto, anche perché la sua principale ambizione era quella di assistere gli indigenti facendo l'infermiera volontaria nel Congo belga.    
     Colazione da Tiffany(1961)

    Holly e Paul abitano a New York nello stesso palazzo. Lei si mantiene facendo l'accompagnatrice e accettando i soldi di un boss carcerato che ne fa la sua complice ignara. Lui, scrittore in panne per mancanza di ispirazione, si fa mantenere da una matura signora benestante. Tra vari incidenti, i due cominciano un gioco di amari rispecchiamenti che li induce a iniziare una nuova vita.Il film, tratto da una bella sceneggiatura di George Axelrod che adattava un romanzo di Truman Capote, beneficia della leggiadra interpretazione della Hepburn. Ebbe due Oscar, per la colonna sonora e la canzone "Moon River" di Henry Mancini. Sospeso tra commedia sentimentale ed accensioni slapstick, consacrò Blake Edwards come regista.

    My Fair Lady (1964)
    Siamo a Londra, agli inizi del novecento . Il professor Higgins scommette con un amico di poter trasformare una fioraia in una donna di classe. Vincerà la scommessa e scoprirà l'amore. All'origine del film ci sono la commedia "Pigmalione" di George Bernard Shaw e il musical dallo stesso titolo di Alan Jay Lerner e Frederik Loewe. L'insieme degli elementi è perfetto: lo humour al vetriolo del commediografo irlandese, il clamoroso successo della versione teatrale, un regista di raffinato mestiere e interpreti di gran classe. 

    Filmografia












































1 commento:

  1. Mi ha molto colpita la storia di quest'attrice.... il suo volto dolce dagli occhi limpidi da ragazza della porta accanto. Grande nella sua semplicità e magnifica sensibilità ! Complimenti per le foto e la composizione delle immagini ...da copertina ! Baci ♥ Da Anna

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